L'ultima notte di Aldo Moro by Paolo Cucchiarelli

L'ultima notte di Aldo Moro by Paolo Cucchiarelli

autore:Paolo Cucchiarelli [Cucchiarelli, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Ponte alle Grazie
pubblicato: 2018-04-03T16:00:00+00:00


Una verità sussurrata

Chi più di tutti, nell’immediatezza dei fatti, ha cercato di dare una lettura chiara alla vicenda, perché sicuramente a conoscenza di dettagli negati invece alle masse che in quei mesi seguivano la vicenda attraverso i canonici organi di stampa, è stato il giornalista Mino Pecorelli, personaggio controverso, direttore di un giornale – Osservatorio Politico – che si muoveva in bilico tra mondi a volte contrapposti. Confidente di personaggi legati al mondo dei servizi segreti, della massoneria, della P2, della magistratura, delle forze dell’ordine e chissà quant’altro, Pecorelli fornì la verità sul caso Moro in pillole, quasi sussurrandola. E forse proprio per questo il 20 marzo 1979 verrà ucciso. Il 25 luglio 1978 su OP, nella rubrica delle lettere, compare questo breve, enigmatico scritto:

Egregio Direttore,

non so a cosa servirà quello che sto per scrivervi, ma non si sa mai...

In data 9-5-’78, alle ore 4.30 del mattino, lasciai in una cabina telefonica quanto segue: «A.M., via della Scrofa 31 Roma». Dopo telefonai al comando dei carabinieri per farlo prelevare, che fine avrà fatto? L’altra metà del biglietto è nelle mie mani, non mi fu possibile essere più preciso per ovvie ragioni, cioè non sapendo in quali mani sarebbe andato a finire. Come certamente sapete, si tratta del luogo dove tenevano Moro.

Al civico 31 di via della Scrofa c’è l’Antica rosticceria Volpetti dove, secondo alcune interpretazioni, i BR andavano ad acquistare in quelle ultime ore il cibo per sé stessi e per il prigioniero. Altra interpretazione fa riferimento a un immobile vicino alla rosticceria, munito, al piano terra, di un ingresso tramite garage che dava direttamente all’appartamento contiguo. Nella lettera ci si riferisce con precisione anche all’ora della morte di Moro, ora che coincide perfettamente con l’analisi fatta sui dati ancora disponibili a distanza di così tanto tempo dal professor Alberto Bellocco;1 un’analisi effettuata alla luce dei più avanzati criteri di analisi e valutazione.2 Nella lettera, poi, si parla anche dell’altra metà di biglietto, quella – ovviamente – più sostanziosa. Panorama del 24 maggio 1987, nell’articolo Quell’altra prigione, riportava che «dopo l’imboscata di via Fani, era arrivata ai carabinieri una soffiata che localizzava la prigione di Moro in un appartamentino al piano terra di via di Ripetta, nel centro di Roma. Senza portineria e con un garage che si apriva direttamente sulla strada come ingresso, appariva come il rifugio ideale per chi poteva aver portato il prigioniero all’interno senza farlo scendere da un’auto allo scoperto». In effetti, il 4 novembre 1978 l’ANIPE, un’agenzia di stampa milanese, aveva già pubblicato la notizia di un mancato blitz per liberare Moro in quella stessa zona: «I carabinieri avrebbero manifestato l’intenzione di intervenire con un’operazione militare per liberare il prigioniero. La proposta non sarebbe stata accettata dal governo». Il covo era situato nei pressi di piazza Nicosia, uno dei tre luoghi, lo vedremo, in cui – secondo il giornalista Mino Pecorelli – poteva essere liberato Moro. Ma non è forse possibile che, come risulta dall’inchiesta giudiziaria, via della Scrofa fosse semplicemente una zona sotto osservazione,



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